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SERRALUNGA, BAROLO, TERROIR  

Le esperienze che porterete a casa renderanno il ricordo del viaggio unico, stimolo di un prossimo ritorno. A Serralunga, Casa Mia. 

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IL BORGO

Le origini della “villa” (l’attuale borgo) sono della metà del XII secolo, quando le scorrerie degli Ungari e Saraceni rendevano i villaggi di fondovalle vulnerabili. La sommità della collina di “Serralonga” rappresentava il luogo ideale per costruire un posto sicuro per vivere in quel tempo. L’attuale conformazione risale al disegno pensato dai primi “homines” che, insieme al castello, è stato un baluardo per la difesa della comunità.

IL CASTELLO

Il Castello è stato costruito a partire dal X secolo per la difesa del territorio e dei suoi cittadini. La sua forma architettonica è unica nel panorama dei castelli delle Langhe e ne fa uno dei più bei castelli d’Italia. E’ stato una fortezza militare, ha resistito ad assedi, è stato residenza dei proprietari, ma anche granaio e luogo in cui venivano riscosse le tasse, fino ad essere abbandonato a causa degli ingenti costi di gestione nel corso del XVIII sec. Dopo un sapiente restauro è nuovamente patrimonio di Serralunga e delle Langhe e una sua visita consente di apprezzare il bellissimo paesaggio langarolo e di respirare la dimensione medievale in cui si è plasmata la storia di Serralunga.

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I RUSTICI

La vocazione agricola di Serralunga risale alle sue origini. I “rustici” erano i protagonisti della vita quotidiana del borgo così come si evince dalla lettura degli statuti medievali. Precisi e minuziosi i capitoli dedicati alla gestione “delle Bestie grosse e minute che causano danni nei possessi altrui”, ”dalle capre e porci che causano un danno” , “di coloro che rubano l’uva altrui”, “di non trebbiare messi e biade senza il permesso del signore”, “di non dover torchiare la rapa in Serralunga senza il permesso del signore”, “del dichiarare il vino al signore di Serralunga”.
La viticultura, allora come ora, era il fulcro dell’economia del paese ed era sempre in costante espansione a discapito dei boschi. Anche gli statuti erano particolarmente puntuali nel difendere la vigna, la vite e l’uva contro i danni causati da animali e da persone con multe e sanzioni maggiori a quanto applicato per altre colture. 

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